Aspettando la regata Storica, sabato 5 settembre
“Terzo anno di aspettando la regata. L’anno scorso abbiamo qui invitato i vecchi campioni del remo e li abbiamo premiati come benemeriti della voga veneziana, con uno speciale diploma. Due anni fa, per la stessa occasione, abbiamo proposto le musiche e le barcarole che un giovanissimo Gioacchino Rossini aveva composto qui a Venezia per la famosa regata in Canalazzo.
Attività accademiche. Il nostro Istituto, seppur con qualche cautela (mascherine e distanziamento) ha ripreso la propria attività “in presenza”. Durante questi mesi l’Istituto ha comunque operato anche “in distanza” con youtube, riproponendo tra l’altro il ciclo di lezioni del prof. Mario Isnenghi sulla Grande Guerra.
Stasera. Non potevamo mancare a questo appuntamento, alla vigilia della festa dove la città d’acqua celebra se stessa, la Regata Storica. Per i nostri ospiti proponiamo quest’anno una visita alle opere d’arte qui custodite, con la collaborazione di Marina Niero.
Breve premessa storica. Questo edificio costruito tra 500 e 600, per la Scuola di San Fantin, attiva fin dal Trecento, ospita da oltre due secoli una delle più antiche istituzioni culturali veneziane. L’Ateneo Veneto nasce infatti nel 1812, in epoca napoleonica, sulle ceneri di alcune Accademie veneziane (di Medicina e di Letterati) chiuse, come tutte le Scuole veneziane (Grandi e Piccole, di devozione, di mestiere, corporazioni di arti e mestieri, di associazioni di città e di nazioni, di comunità parrocchiali) alla fine della millenaria esperienza repubblicana. Sono centinaia le scuole veneziane e se ne trova ancora traccia in tanti edifici della città sia isole sia terraferma. Entrando più nel dettaglio la Scuola di San Fantin era una delle 9 Scuole Grandi di Venezia. “Grandi” per l’architettura degli edifici, per le opere d’arte custodite, per l’importanza del loro ruolo sociale, per la ricchezza e per il patrimonio accumulato, e per la qualifica “ufficiale” assegnata loro dal potente Consiglio dei Dieci. La Scuola di San Fantin si occupava in particolare di assistenza ai condannati alla pena capitale, estendendo la carità ai familiari.
Alcune delle Scuole Grandi hanno ritrovato anche dopo la fine della Serenissima una loro precisa destinazione che continua con successo anche oggigiorno: San Teodoro (la più antica), San Rocco, San Giovanni Evangelista, Carmini. Altre monumentali sedi di Scuole hanno trovato nuove destinazioni “pubbliche”: Santa Maria della Carità la pinacoteca dell’Accademia, San Marco l’ospedale civile, la Misericordia una palestra. Santa Maria del Rosario è stata compresa nella basilica di San Giovanni e Paolo.
Se la dr.ssa Niero vi parlerà adesso delle opere d’arte io vi accennerò rapidamente ad alcune opere portate via da qua e che potete vedere nella vicina basilica di San Giovanni e Paolo. Altre invece sono state importate da chiese soppresse all’inizio dell’800 (Tommaso Rangone, dalla chiesa di San Geminano e i Massa dal San Domenico di Castello).
Soci “storici” e la regata. L’Ateneo Veneto, attraverso i propri soci, è per statuto impegnato a diffondere la cultura attraverso conferenze, servizi di biblioteca e archivi, ecc. con uno stile che l’ha caratterizzata fin dall’origine: porte aperte a tutti”.
Giorgio Crovato
VISITA ALLE OPERE D’ARTE – MARINA NIERO
Infine la visita guidata alle sale della sede monumentale vuole essere un segnale di riapertura alle attività dell’Ateneo dopo il lungo periodo di chiusura e un invito alla cittadinanza a frequentarle con rinnovato affetto.